Si narra di un tempo in cui vi fu una terra fantastica, fatta di isole, lidi e lagune. E in queste terre due città potenti HERACLIA (Eraclea) e EQUILIUM (Jesolo) si contendevano il potere per avere il potere sulle isole della laguna, la prima VENEZIA.

E questi due indomiti cuori in eterna lotta e fratellanza perdurarono per secoli fino penetrare nell’anima del popolo veneziano. Si distinguevano così in due fazioni: i Nicolotti che vestivano di nero si rifacevano alla mitica Equilium e i Castellani dai famosi copricapi rossi figli diretti di Heraclia. Venezia, così divisa nel suo interno ma allo stesso tempo unita all’esterno, in tempo di guerra o difficoltà, Nicolotti e Castellani combattevano fianco a fianco come fratelli in nome di San Marco, il santo protettore dei Veneti, il cui simbolo era appunto il leone alto.
Ma come ogni storia eroica non poteva mancare il suo lato tenero. Si tratta della vicenda di due innamorati, Nineta nicolotta e Sebastiàn castellano. Si incontrano di nascosto, in rarissime ma intense occasioni per paura di incappare fra gli sguardi attenti delle famiglie o peggio ancora, dei concittadini che mai tollererebbero una tale unione. Ma si sa, l’amore se contrastato lo si rende solo più forte e quando tutto sembra impossibile allora, l’amore, diventa invincibile.

Siamo nel pieno delle festività fra lo sfarzo e i colori del 1500 veneziano. Le due fazioni i Nicolotti e i Castellani su concessione della Repubblica Serenissima (la Repubblica di Venezia) hanno il permesso di contendersi e misurarsi in pericolose sfide sui ponti della città a colpi di bastone e mani nude. Così feroci le lotte fra queste genti che alcuni ponti della città portano ancora oggi il nome “ponte dei pugni”.