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Era il 1902 quando George Méliès diede vita a uno dei film più innovativi della storia del cinema: Viaggio nella Luna (Le Voyage dans la Lune), liberamente tratto dal padre della fantascienza Jules Verne e da I primi uomini sulla Luna di H.G.Wells.

Costato dieci mila franchi, un’enormità per l’epoca, e con un successo che travolse le due sponde dell’Atlantico, l’immagine simbolo del film è sicuramente l’astronave che si incaglia nell’occhio sanguinante della Luna.
Il film dura circa quindici minuti, a seconda della versione, e la trama è molto semplice. Un’associazione di astronomi, più simile a maghi che a scienziati, decide di visitare il nostro satellite e a bordo di una primordiale astronave arrivano sulla Luna, atterrando nell’occhio del suo volto umano. Gli astronomi uscendo contemplano il paesaggio lunare e le sue stranezze, prima di entrare in un cratere abitato dai Seleniti, alieni dotati di chele che li catturano. Riescono poi a scappare e tornare sulla Terra, precipitando in un oceano con uno degli alieni attaccato alla navicella. Durante le celebrazioni per il loro ritorno, portati in trionfo, anche l’ospite parteciperà alla festa ballando con i terrestri.

La trama in realtà è solo una scusa per mostrare i trucchi che Méliès, illusionista, è riuscito a portare anche nel mondo del cinema, che fino ad allora preferiva la semplice riproduzione realista di scene quotidiane.
Grazie alle scenografie spaziali e agli effetti di apparizione e sparizione di elementi, ottenuti arrestando e facendo ripartire la macchina da presa, il regista francese è riuscito a portare le sue magie sullo schermo. E a indirizzare ancora di più gli occhi di curiosi e sognatori verso la luna.

Qui è possibile vedere una versione restaurata del film, presentata al Festival di Cannes nel 2011.

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