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1673 Heintz Wettstreit Ponte dei pugni

Venezia è la città dei ponti.

Se ne contano più di 400 che collegano le 118 isolette che la compongono. Ci sono ponti molto famosi, come quello di Rialto e quello dei Sospiri e ce ne sono di meno noti come quello dei Pugni e quello della Guerra. A cosa servivano questi ponti? Venivano utilizzati un tempo per le famose lotte dei pugni.

 

Cos’erano le lotte dei pugni?

Si trattava di animate battaglie in cui si scontravano le due fazioni in cui Venezia era divisa: Castellani e Nicolotti. Ognuna di queste tentava di riaffermare la propria supremazia simbolica sulla città in lotte che di simbolico avevano ben poco.

Le sfide tra i due schieramenti avvenivano con vari tipi di esercizi ginnici, ma soprattutto attraverso una lotta praticata con canne e bastoni appuntiti. Scopo del gioco era buttare in acqua i componenti della fazione avversaria, e per ripararsi dai colpi nemici si potevano usare scudi, elmi e corazze.

 

Chi erano castellani e Nicolotti?

La divisione in due fazioni ha origini antichissime e si deve probabilmente allo scoppio di contrasti tra la popolazione di Jesolo e quella di Eraclea.

La prima di queste, i Castellani, era composta dagli abitanti dei sestieri di Castello (da cui il nome), San Marco e Dorsoduro. I Nicolotti comprendevano invece gli abitanti dei sestieri di Cannaregio, S. Croce e S. Polo – il nome deriva dall’antica chiesa di s. Nicolò dei mendicoli, che si trova a Dorsoduro.

Per distinguersi durante gli scontri, Castellani e Nicolotti indossavano divise differenti. I primi portavano berretti e sciarpe rosse, i secondi vestivano di nero.  

 

Un po’ di storia delle lotte

Durante le lotte dei pugni non era raro che si verificassero uccisioni. Per tentare di risolvere il problema, la Serenissima impose dapprima l’uso di tagliare la punta dei bastoni, e successivamente che venisse abbandonata ogni arma, in uno scontro da svolgersi “con le sole pugna”.

Le lotte erano permesse da settembre a Natale e si svolgevano su determinati ponti, privi delle bande – ovvero dei muri laterali -, così che i lottatori, cadendo in acqua, fossero costretti a separarsi e a interrompere la lite. Sul ponte dei pugni a s. Barnaba e su quello di Santa Fosca sono ancora visibili le forme dei piedi scolpite affinchè i litiganti potessero disporsi in linea.

Le donne e i patrizi non prendevano mai parte ai combattimenti ma vi assistevano e aizzavano i partecipanti. Il governo vedeva di malocchio l’animosità delle due fazioni: non solo permettevano di avere sempre uomini addestrati alla battaglia, ma aiutavano anche a mantenere l’ordine in città – se una fazione si fosse sollevata, l’altra sarebbe stata pronta a reprimere la ribellione.

 

Rivivere le lotte dei pugni

Venerdì 9 febbraio, sul palco di San Marco, un narratore e alcuni figuranti armati di bastone riproporranno una di queste schermaglie, in una ricostruzione storica inedita e coinvolgente per tutto il pubblico della piazza.

Lo spettacolo si svolgerà dalle 15:30 alle 17:30

Lucrezia Bonazzi

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